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atto secondo 87

braccio vibra sulle torri, con la frenesia convulsa di un avoltoio crocifisso?... Ah! non è un sogno!... Ve lo giuro, o Citrulli! In realtà, il sole è scomparso, e noi siamo tutti immersi in un divino chiaror di luna, ebbro di follia e di bianco eroismo!

Finalmente... finalmente, io sono, ai suoi ginocchi, sulla suprema terrazza dell’Impossibile!... Oh! mio braccio superstite... povero serpente scarlatto... disseta alfine del tuo sangue la volubile snellezza de’ suoi piedi!... mie labbra scarlatte, baciateli, quei piedi, delicatamente, fremendo d’ebbrezza e di terrore!...

Io ti adoro, o Bella dalle labbra misericordiose, che galleggi, come un fiore, su la bevanda sidrale di cui la luna empie le coppe delle vallate!... Guarda con pietà, o Bella, i resti compassionevoli d’un gran corpo d’eroe!... Solo per la speranza di contemplare il tuo bel corpo snello e scherzevole di getto d’acqua sprizzante sotto la luna, io conquistai, colla spada, coi denti, la scalea formidabile, trucidando i tuoi annosi custodi! Solo per la speranza di ristorare il mio cuore sulla tua fresca nudità ondeggiante e velata d’astri, sulla tua nudità di fiume notturno, o Bella, io seminai dappertutto lembi della mia carne! (Le sue dita errano languidamente sulle corde della cetra) Nella rossa battaglia, le mie labbra cantarono strofe stridule e roche, e a volta a volta, ritornelli voluttuosi la cui mollezza spossava le tue saracinesche di bronzo! Un solo grido frenetico delle mie labbra infranse, come conchiglie, tre corazze ben temprate! Il fiato delle mie labbra saprà impregnarti d’amore il seno immacolato e tu chinerai il capo verso le tue mam-