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quel custode: «Eccoti solo, davanti a me, unico rimasto ritto fra la messe falciata de’ tuoi fratelli d’armi!... Sei formidabile, nel tuo enorme guscio di ferro, e mi sbarri la via... Ma io so che tremi, al vederti balzare intorno il mio braccio minaccioso, il rosso serpente che io sono diventato!... Lo spavento ti gela le midolle! Ed invano allontani da te le mie labbra scarlatte, che ti tormentano con la loro rabbia avvelenata, mormorando un canto di morte!... Sappi dunque, tu, custode e difensore dell’Intangibile, Eunuco della Bellezza Sublime... tu che mi somigli come un fratello, tu, mio Io terrestre, sappi dunque che ho per te un bacio sovrumano!... Vieni, fratello, imbeviti di morte, premendo la tua bocca su la mia!»

Ebbrezza! Ebbrezza immensa! La mia anima contempla alfine la Bellezza sovrumana, di cui ha sete da sempre!... Citrulli, non la vedete, dunque?... Ah! lo so... I miei occhi di lince vi precedono! Aspettate!... Voi potrete ammirarla fra poco!

CROSTINO.

Dov’è? Io non la vedo.

MAZZAPICCHIO.

Mostratemela!

L’IDIOTA.

Lassù... Guardate!... Quel fantasma azzurro il cui incedere lento ed ispirato sembra scandere nella brezza strofe d’amore!... Udite? Udite il risonar melodioso de’ suoi passi? (Tende l’orecchio) E udite anche i colpi fragorosi che il mio