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quei fantasmi, come nostalgiche melodie!... E fu là, che io dissetai la mia anima sulla bocca ristoratrice dell’Intangibile... Ed ella è là, tese le braccia da sempre, la mia schiava sovrana!... Io sono dunque l’eletto del Destino, l’unico padrone del mondo!...

FAMONE.

È pazzo!... Somministrategli dei chicchi d’elleboro! Si dice padrone del mondo!... È un pretendente al trono dei Citrulli!... Lapidatelo!... Taci, ora; devo parlare io!...

Torta, Soffione, Béchamel appaiono per un istante dietro una vetrata che fiammeggia, rossa, indi spariscono

GLI AFFAMATI.

Parla, parla, Famone!...

L’IDIOTA

continuando:

Sì!... Io sono il signore del mondo! Io sono l’eletto del cielo! Io sono il Re dei Re, per la magia del mio verbo, pel mio soffio ispirato che feconda lo spazio!... Sole! io sono il tuo signore!

In questo momento preciso, il sole investe l’Idiota di un’aurea gloria. La folla, colpita dalla bizzarra coincidenza, ha grida di ammirazione ed applaude.

GLI AFFAMATI.

Ah! Egli è un mago! È un giocoliere!... Com’è curioso!... Ascoltiamolo!...