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atto secondo | 81 |
L’IDIOTA.
Nel Maniero dell’Impossibile, io vissi cent’anni... Cent’anni, prima di giungere al continente dei Citrulli!... È un palazzo dalle mille porte di bronzo, che tuonano, ad ogni ora, come martelli sull’incudine, masticando, polverizzando il silenzio eterno!... È un palazzo orgogliosamente aggrappato all’estremità di un promontorio maledetto!... Le sue torri veementi, tutte chiomate di stelle, piegano all’impeto del vento, come teste allibite... Eppure, il maniero sfida eroicamente, di fronte, l’Oceano senza limiti e i Soli dementi che ogni sera lo minacciano con un gran gesto rosso, prima di varcare l’orizzonte!... Durante la notte, il palazzo beve a lunghi sorsi, dalle profonde fauci di tutti i suoi sotterranei e dalle mille e mille sue avide finestre la pienezza furibonda dell’Oceano, co’ suoi pesanti sghignazzamenti e co’ suoi tonanti singhiozzi!... Talvolta, con uno scatto di reni, l’Oceano solleva fino al cielo il suo dorso crestato, di camaleonte colossale, tutto rorido di braci violette; poi protende mostruosamente il collo e ’il grugno di fumo sino alla sommità della torre suprema e scocca alfine un gran bacio nerastro sulla eccelsa vetrata d’oro!
Così, ogni notte, l’Oceano s’impadronisce del Maniero, facendo ondulare pesantemente il proprio ventre multiforme di cetaceo nella profondità rombante delle immense sale!... Là, nelle sere d’estate, rese più vaste dai miei desiderî gesticolanti, io vidi, sotto i musicali soffitti, passare innumerevoli fantasmi femminili, più lievi e più avviluppanti d’un profumo, e poi vanire lentamente nel crepuscolo dei corridoi!... Passavano,