Pagina:Marinetti - Re Baldoria.djvu/33


atto primo 21

GLI AFFAMATI.

Ah!... ah!...

I SERVI.

Silenzio!... Sua Maestà non ha ruttato! Rutterà fra poco!

FRA TRIPPA.

Te Deum laudamus...

China il capo, giunte le mani su un libro di gastronomia avvolto in un panno nero come un breviario.

RE BALDORIA

alzando la lesta e gli occhi al cielo, tende le braccia sul feretro per benedirlo:

O mio povero Panciarguta!... Con te, son morte la gloria e la prosperità del mio regno!... Io non vedrò mai più la folla de’ miei sudditi divertirsi, esultare alla lettura dei meravigliosi menus dei miei festini! I figli dei Citrulli non strilleranno più dalla gioia nell’aspirare gl’inebbrianti profumi delle mie casseruole d’oro... (Singhiozza) Ah!... E non udrò più, durante le fragorose insonnie del mio stomaco, il rumor de’ tuoi passi concitati attraverso le vaiste cucine della reggia! Io gioivo, allora, pensando che stavi preparando con tutta la tua sapienza uno di quei salmì tanto utili a liberar lo Stato, come per incanto, da una crisi intestinale!... Tu sapevi governare, infatti, per mezzo delle tue salse, energiche e più benefiche delle leggi ideate dai legislatori romani!...