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261 atto quarto

la Dea della Fecondazione e della Distruzione!... La Dea dalle mille braccia e dalla duplica testa!... Tutti questi spettri vivono e danzano nel mio alito fetido, come atomi dorati in un raggio di sole!... Sono io, che creo e faccio crescere splendide le piante viscose dai pistilli erettili come minuscoli falli!... Sono io, che accoppio i fiori osceni, più caldi e più bramosi delle vulve!... Davanti alla eterna realtà della natura, io sono la forza assoluta ed unica, che resta sempre identica a sé stessa!... E mi manifesto nello sbocciar di una rosa, nella decomposizione di un cadavere, nel sorriso di un fanciullo e nell’urlo di una tigre in foia! Io sono la Dea trionfante delle orgie e delle alcove... e danzo con piede lieve fra le coppe dell’alcool e del veleno, e sui guanciali bavosi in cui affondano le teste degli amanti accoppiati!... Quando mi mostro, il ritmo della vita si accellera freneticamente e la Distruzione affretta le sue stragi!...

Questo tridente simboleggia la mia triplice forza: Creazione! Distruzione! Rigenerazione! Ciò che voi chiamate «la morte» non è che uno degl’innumerevoli mutamenti la cui successione costituisce la Vita!... Non dite: «Morremo domani!... Io vivo!... Io ero morto!» Ma dite piuttosto: «Io sono una particella del cadavere eterno e vivente della Natura!...»

FAMONE.

Dov’è Fra Trippa?... Ammazziamolo!...

FRA TRIPPA

ancora nascosto sotto la tavola, mormora, falsando la voce:

Fra Trippa è morto!...