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249 | atto quarto |
dentisti!... Ah! d’altronde, che importa?... Mene spuntano dei nuovi!..
Intorno a Faraone, si accalcano innumerevoli Affamati, che s’aggrappano alle imposte e salgono gli uni sugli altri, a gruppi, in atteggiamenti convulsi e violenti. I loro corpi ignudi sono flaccidi, nerastri e spugnosi; essi protendono facce che inverdiscono sotto i capelli impiastricciati di fango e aggrovigliati con erbe grasse che ricadono come turbanti sciolti sul fulgore grifagno degli occhi.
Rimangiamo Re Baldoria! Avanti!... Noi siamo tutti più vivi che mai!... La Fame, la Fame maledetta, moltiplica le nostre forze vendicatrici!...
Famone scavalca il davanzale ed entra nella sala tenendo a guinzalio due jene abbaianti. Re Baldoria, i vassalli, i Ministri, i Guatteri e i servi indietreggiano, tremanti, atterriti, davanti a Famone e s’accalcano a destra presso la ribalta, voltando le spalle agli spettatori.
I VALLETTI
hanno ammucchiati rapidamente i paiuoli e le casseruole, per formare una barricata. Il Re, i suoi Ministri e i Vassalli hanno afferrate le tinozze d’oro e le tengono ritte, come altissimi scudi che lo spavento fa sbattere gli uni contro gli altri. Tutti tremano, in mezzo alla tragica turba dei Citrulli risuscitati, meno l’Idiota, che resta in piedi davanti alla tavola, sotto la quale Anguilla e Fra Trippa si sono accoccolati con le gambe incrociate alla guisa degli arabi.
ANGUILLA
sottovoce a Fra Trippa;
Guarda... guarda i Citrulli risuscitati! Sembrano scheletri sui quali sia stata incollata della