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246 | re baldoria |
ANGUILLA.
Infatti, le jene assomigliano ai Citrulli in tutto e per tutto!... Fu sempre per cose morte e cadenti — tombe, o biblioteche, o musei — che i Citrulli si uccisero l’un l’altro!
FRA TRIPPA.
Le jene stanno per sfondare la porta centrale e per fracassare i vetri della finestra! Che fare?... Ora terrò loro un bel discorso!... jene amatissime! Mio gregge affamato di putridume, sappiate che la lista delle vivande di un banchetto è sempre migliore, da assaporare, che il banchetto stesso!... La putrefazione ideale, la giusta ripartizione d’un cadavere saporoso, non possono esistere! Esiste soltanto la fame di queste buone e nobili cose!.. Vi consiglio dunque di disdegnare le più appetitose cancrene e verminosità della terra... e di non nutrirvi che della vostra fame insaziata!..
La finestra scricchiola violentemente.
RE BALDORIA.
Olà!... Sogliola, Triglia! Sardella! amici miei!... Soffione! Torta! Béchamel! illustri Cuochi della Felicità Universale, avanti!... precedetemi!... E tu che fai, Masticafiele?... Che ne è del tuo coraggio feroce?... E tu, mio dolce Pancotto?.. Venite! Venite meco, a diffondere la saggezza e la mansuetudine sul mio nuovo popolo ammutinato!... Avanti!... Precedetemi!... Aprite