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di sventura, alla nozione della meravigliosa spanciata già assaporata egli aggiunse la visione di un mirabolante pranzo futuro...

Dapprima si fece credere agli uomini che codesto pranzo sarebbe stato imbandito sulla terra... poi, per maggior sicurezza, si annunciò invece che lo si sarebbe gustato dopo la morte... Pranzo celeste; invenzione suggerita da un’astuzia prodigiosa!... Gli stomachi, per molti secoli, se ne accontentarono... Ma ahimè! Certi filosofi ossia certi individui intenti a cucinare indigesti in-folio, schiacciandosi l’epigastro contro lo spigolo del loro scrittoio, vollero purtroppo risuscitare la malaugurata idea di Cristo!...

«Decisamente — dichiararono — il futuro Banchetto sarà terrestre, anziché celeste!... Ed esso dovrà realizzarsi presto, nel tempo e nello spazio!...» Fu quella una grande imprudenza culinaria! Da allora, lo stomaco umano aspetta, non vede venir nulla, e qualche volta si ribella!... La notte scorsa, i Citrulli si persuasero che stavano gustando il Banchetto Ideale... Le brutalità che si manifestarono non furono altro che collere di fanciulli delusi! Insomma, il progresso sognato dallo stomaco umano è vano, poiché il palato e la lingua, essendo dotati di una quantità infinita di appetiti e di attitudini, sono necessariamente insaziabili!...

Nessun miglioramente è possibile, nella felicità digestiva! Nulla accontenta gli stomachi, poiché nulla li empie!... Gli stomachi viziati esigono un nutrimento più delicato e più variato!... La loro sensibilità è tanto più imperiosa quanto più si soddisfano le loro esigenze. L’astinenza intorpi-