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229 atto quarto

ANGUILLA

avvicinandosi anch’egli e cacciando il naso fra le vetriere semiaperte, nella luce torrida:

Sì!... Si cortorcono, e graffiano l’aria, come gatti moribondi!... Quante zampe che s’agitano follemente!... Ah! sono corpi!... Sono cadaveri raggomitolati!... Ah! Ah! (Ridendo) I cadaveri risuscitano!... Guarda, Fra Trippa, come sgambettano!... E non odi come schioccano, le loro lingue?...

FRA TRIPPA.

Amico mio... sono alghe, agitate dai tuffi dei cadaveri!... Via! chiudi!... Fa troppo caldo!.. (Pausa) Ho fame, io!... Per conto mio, ne mangerei volentieri!...

RE BALDORIA

destandosi lentamente, e stropicciandosi gli occhi:

E il nostro processo, Fra Trippa?... (Tutti ritornano precipitosamente ai loro posti) In verità, stomaco umano non credette mai che la sua fame presente fosse normale!... Egli sempre cercò, nel passato o nell’avvenire, un pranzo paradisiaco!.. Una volta, pure immaginando auree salse di cui ricordava o sognava il sapore divino egli si adattava alla mediocrità delle pietanze terrene!... Era quella la civiltà dello stomaco pagano!... Cristo, che ignorò completamente l’igiene, abituato com’era a divorare cavallette, nel deserto, insieme con Giovanni Battista, sopraggiunse a sconvolgere la digestione universale, con certe sue ricette assai bizzarre!... E, per colmo