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Sire!.. Ecco quel bruto di Anitroccolo, che ha mangiato il vostro poeta... l’amico nostro l’Idiota... (Anguilla afferra Anitroccolo alla cintola e lo mette a tavola, come può, scoppiando dal ridere) Ah! ah! mio carissimo Anitroccolo!... È finita, la tua indigestione di poesia!... Sire!... Anitroccolo tiene aperta la bocca!.. Venite a vedere!... (Affonda la mano nella bocca di Anitroccolo) Ohè! Idiota!.. Poeta caro!... Che fai?... Dormi?...

LA VOCE DELL’IDIOTA

soffocata e lontana:

Oh! calmati, mia bell’Orsa Maggiore! Tu saltelli su le nuvole?! Stelle! Sirio!

ANGUILLA.

Dammi la mano, Idiota!... Animo! Fa uno sforzo!...

Anguilla, facendo forza con le ginocchia contro la tavola estrae lentamente dalla bocca di Anitroccolo una cosa informe la quale sembra uno straccio, un serpente, o piuttosto un grosso straccio insanguinato che si contorce. A poco a poco vi si delinea un corpo esile e dinoccolato, nel quale si riconosce l’Idiota.

Su! Sta ritto, Idiota!... Sei un po’ rammollito... e puzzi di rinchiuso...

L’IDIOTA

cadendo bocconi sulla tavola:

Tenebro dappertutto!... Dov’è la mia cetra?... Ahi!... (Si palpa il piede destro, schiacciato e malconcio) Ormai, zoppicherò come un verso sbagliato!... Sono tutto indolenzito! Anguilla, guar-