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attore furioso rompe un vetro nel cadere... Il soffio della notte assoluta gela il sudore sui corpi dei superstiti, che si sforzano d’essere sempre più tragici o più divertenti, senza atterrire o far ridere altri spettatori che le vecchie stelle cascanti dal sonno e dalla noia!... Fra Trippa! Fra Trippa!... Non mi ascolti?... La storia, vedi, non è altro che una lunga serie di codeste prove della bizzarra tragedia! (Trangugia un gran sorso di vino) Ma verrà finalmente un giorno in cui i muri del teatro crolleranno intorno agli attori... Questi allora continueranno a declamare nel cielo sconfinato, rappresentando la loro agonia nell’immenso anfiteatro del firmamento, coronato, ad ogni sua gradinata, di giovani Stelle dalle nudità risplendenti e fiorite... Allora, vedi, sui cadaveri convulsi degli ultimi attori, il venne, unico trionfatore ed unico spettatore, riderà bene perchè sarà l’ultimo a ridere! L’umanità?... È un marmocchio mal nato, appeso alla mammella della terra, che scortica con le sue piccole dita unghiute, già contratte per gli spasimi dell’agonia.

FRA TRIPPA

in preda all’incubo:

Sono io vivo morto, Anguilla?... Acchiappa la mia testa, che se ne va!... Odo le trombe del Giudizio universale!... Ah! che buio!... Che ora è?...

ANGUILLA

a volta a volta affranto e frenetico, con gli occhi fuor dell’orbita pel delirio che si è impossessato ai lui: