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spanciata è degna di lode!... Un Re ed i suoi cortigiani in salamoia sono un piatto onestissimo!... Il rimorso è piacere dia villani, e voi vi trattate, questa sera, da grandi signori!

Riprende la canzone.

Rallègrati, poiché il tuo cuore è salvo!
Il tuo sovrumano rimorso
ti guarisce per sempre dalle strazianti nostalgie
e dalle nere voluttà
che fanno singhiozzare, a primavera,
il mare palpitante sotto gli assidui chiodi delle Stelle!

Santa Putredine cantava così... e frattanto la penombra della cella si vellutava di ali immonde. L’alchimista cercava tastoni la sua lampada, nell’oscurità, palpando le pareti, che sentiva tutte imbottite di gufi gemebondi. Accese la lampada... Santa Putredine non si era allontanata. Ma egli diò un grido d’orrore al veder che tutte le grinze del proprio corpo s’aprivano ad una ad una, senza cagionargli dolore, e che vi si sgranavano gemme sinistre... gemme vive, grevi di lagrime... in quelle gemme, egli riconobbe tutte le pupille dei cadaveri che aveva divorati... Occhi di re, gonfi di terrore, alteri o corrucciati... E il vecchio diè un balzo come per fuggirsi, come per strapparsi a se stesso... Ma dove sarebbe fuggito?... Ricadde sul suo giaciglio, piegato il capo sotto un giogo invincibile e fissando lo sguardo sulle grinze infami del suo ventre...

Fu allora che, in un lampo scellerato, egli riconobbe le pupille adorate... le pupille di gomma nera trasparente, tutta a pagliuzze d’oro... le pupille del suo figliuolo!... In quel momento, la