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178 re baldoria

SALAME

ansante:

E poi?...

PAPPONE.

Finisci la tua storia!...

ALKAMAH.

Qualche tempo dopo, l’Imperatore morì, di morte naturalissima, e l’alchimista ritornò nella città dal lugubre tetto di nuvole... Ma incessanti incubi gli calpestavano il cuore durante il sonno, ed egli sempre piangeva, dicendo: «Oh! perchè non abbandonai mio figlio alla crudeltà dell’Imperatore?... Avrei almeno un cantuccio di terra su cui versare le mie lagrime, e l’odio per l’assassino mi riconcilierebbe con me stesso!...» Ora accadde che, una notte d’agosto, il povero alchimista si destò di soprassalto nel proprio letto, in cima alla sua torre... S’alzò, allora, e s’affacciò alla finestra. Una luna tonda e rossastra colava giù per la volta bituminosa del cielo, come una goccia di sangue, verso il mare lontano... Ed ecco che la luna ingrandì, come se si avvicinasse alla torre... Egli pensò dapprima che si trattasse d’un’allucinazione! Ma si sentì nevicare nelle mani e sulle guancie della fuliggine, a falde... Un barbagianni gli sfiorò il viso... ed egli si staccò dal davanzale, indietreggiando inorridito davanti alle pupille verdi e brucianti della luna, tragica testa d’un fantasma brumoso che s’arrestò nel vano della finestra...

Era Santa Putredine...

Ella sedette elegantemente sul davanzale, in una postura flessuosa e sinuosa di paggio dai bei