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ANGUILLA

a Fra Trippa:

Guarda il cappuccio del pellegrino!... Sono io forse tanto ubbriaco da veder doppio?... No!... Le punte di quel cappuccio, adesso, sono veramente due... simili a due corna!...

I bagliori mutevoli del braciere illuminano il cappuccio di Alkamah, che va sempre più dividendosi in due corna:

ALKAMAH

riprende con voce lamentevole:

Una sera che si erano avventurati per una valle tenebrosa tutta ingombra di colossali rovine, la mendica ad un tratto diè un balzo ali ’indietro, indicando una botola seminascosta fra i cespugli. «Vedi? disse al vecchio; ecco la porta per cui si accede agl’Ipogei dei Re d’Astralor!... Scendi... Vi troverai di che saziare la tua fame... Da tanti secoli, vi si ammucchiano cadaveri!... E gli sciacalli non sanno di questa buca!... Addio!...» Poi dia se ne andò a grandi balzi selvaggi, agitando le lunghe braccia fumose nella profondità gialla e solfurea dell’orizzonte... Riavutosi dall’angoscia provata, il vecchio alchimista alzò la botola e scese per un lungo succedersi di corridoi, irresistibilmente spinto da una forza magica verso il nero cuore della terra, e senza mangiare, né dormire, per un numero incalcolabile di giorni e di notti...

PAPPONE

irritato da una lunga pausa del pellegrino, sussulta borbottando:

Finisci la tua storia!... Finiscila presto!... La tua voce mi cola nel cervello come piombo fuso...