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SALAME.

Taci, perdio!... Le tue storie portano disgrazia!...

ANGUILLA

ritto presso la tavola, tende il braccio destro verso gli Stagni del Passato, facendo le corna con la mano, ed esclama a gran voce:

Io sfido tutti i malefizî di Satana mugnaio!... Con la sua farina, voglio incipriarmi le guancie! E al tuo malocchio, o Luna, io mi sottraggo!... e il tuo incanto, lo rompo! (Nello stesso momento, la luna si libera violentemente dalle nubi e apparisce raddoppiata in grandezza. La sua faccia camusa, verdastra e terrea, corre rapidamente da manca a destra nella cornice della finestra, proiettando sulla tavola uno sprazzo di luce sinistra ed abbagliante, che sfiora Alkamah e poi raggiunge Pappone). Che avviene, ora?... Non vedete?... Ah! come s’è abbassato il livello degli stagni!... Stanno forse per prosciugarsi?... Dio!... com ’ erano profondi!.. Ah! no!... M’ inganno... Gli Stagni del Passato son pieni di acqua fino all’orlo... Ma tutto... tutto s’è abbassato!... Le pianure circostanti... i greti... e le piante delle rive... Tutto il paesaggio è sceso a migliaia di braccia sotto di noi!... E i monti e le nubi galoppano insieme, all’orizzonte. Che avviene?... Sono pazzo?... Il Castello gira intorno a me!... E la Luna cresce ancora!... La vedete?... È già tre volte più grande che non fosse poc’anzi!... E continua a crescere!...