Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
MAZZAPICCHIO
entrando furente:
Ammazziamoli!
FAMONE
balza sulla tavola, e, brandendo il suo spiedo:
Fermatevi!... Non sfondate quella porta!... Mettiamoci a tavola!
MAZZAPICCHIO
si precipita contro la porta chiusa e si sforza d’abbatterla a spallate, mentre l’immenso gregge degli Affamati invade tumultuosamente le profondità invisibili della sala, con la veemenza d’una fiumana che abbia rotto ogni diga:
Io non obbedisco a nessuno!... Perchè subiremmo l’autorità di Famone, dopo esserci sbarazzati dei Guatteri?... (Respinge violentemente i Forti, che lottano fra loro per guardare tutti dalla toppa dell’enorme senatura) Lasciatemi guardare!...
ANGUILLA
spinto, con Fra Trippa, contro le vetrate di sinistra, legge tranquillamente le iscrizioni latine di cui sono fregiati i capitelli.
«Non pluribus, sed paucis spiritis haec porta aperta erit!» Ah! ecco la porta del laboratorio di Turchino! Perchè hanno fatto scendere l’astrologo dalla sua torre?... Come poteva egli formulare i suoi oroscopi, senza più contemplare le stelle?
FRA TRIPPA.
Tanto più che il frastuono, il rumor di ferraglia di una sala d’armi dovevano distrarlo continuamente... Guardate che panoplie!... Il povero Re