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Invece i termini stranieri, quasi tutti d’origine francese, sono espressioni approssimative se non errate e che i primi costruttori, meccanici e piloti, inventarono a casaccio spesso con rozza balordaggine. Essi sono quasi tutti privi di logica, di precisione e di efficacia. Il tempo e l’uso, arricchendoli di un illusorio valore, hanno loro conferito una apparente insostituibilità.

Diamo alcuni esempi tipici:

Il termine francese hangar si traduce letteralmente tettoia, mentre il luogo dove vengono messi al coperto gli aeroplani è una costruzione chiusa che noi chiamiamo capannone, come già usano molti aviatori.

Il termine francese gauchissement, che significa storcimento, risponde in parte ai primi sistemi di svergolamento dell’ala, espressione questa già più precisa. Oggi gli aeroplani non compiono più la manovra dell’inclinazione laterale mediante torsione dell’ala, ma bensì col movimento di alettoni piani e imperniati a cerniera. Perciò il termine gauchissement, che alcuni ancora usano, è doppiamente improprio, oltreché non italiano. Nel nostro dizionario abbiamo adottato con maggior precisione i vocaboli: svergolamento, svergolare, torsione e alettoni.

Cloche, altro termine francese, che significa campana, ed è ancora usato da molti per definire la leva di comando a bastone. In realtà l’uso di questo termine poteva essere un tempo giustificato e solamente per il monoplano Blériot, la cui leva di comando portava nella parte inferiore un’espansione circolare a forma di campana, ai bordi della quale erano attaccati i fili per azionare il timone di profondità e lo


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