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la taverna
del santopalato


Il manifesto della cucina futurista provocò numerosi congressi e comizi di cuochi e padroni di ristoranti. In parte ostili, in parte entusiasti. Fra questi ultimi, ansiosi di trasformare cucina e ambiente, venne scelto dal pittore Fillìa e dall’architetto Diulgheroff, il proprietario di un ristorante torinese, Angelo Giachino, che i suoi stessi clienti incitavano alla realizzazione delle nuove vivande.

Alla fine del Circuito di Poesia di Torino, fra i quadri futuristi della Galleria Codebò, dopo aver incoronato col casco d’alluminio il Poeta-Record di Torino, Tullio d’Albisola; Marinetti battezzò col nome di SANTOPALATO il locale destinato a imporre per primo la cucina futurista.


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