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il pranzo della “penna d’oca”
e il manifesto
della cucina futurista
Fin dall’inizio del Movimento Futurista Italiano, cioè 23 anni fa (Febbraio 1909) l’importanza dell’alimentazione sulle capacità creatrici, fecondatrici, aggressive delle razze, agitò i maggiori futuristi. Se ne discuteva spesso tra Marinetti, Boccioni, Antonio Sant’Elia, Russolo, Balla. Vi furono in Italia e in Francia alcuni tentativi di rinnovamento cucinario. Subitamente il 15 Novembre 1930, l’urgenza di una soluzione s’impose:
Il ristorante PENNA D’OCA di Milano, diretto da Mario Tapparelli, offrì ai futuristi milanesi un banchetto che voleva essere un elogio gastronomico del futurismo.
Questa lista di vivande:
- oca grassa
gelato nella luna
lacrime del dio «Gavi»
brodo di rose e sole
favorito del mediterraneo zig, zug, zag
agnelli arrosto in salsa di leone
insalatina all’alba