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monumento; e in questo nudo sforzo verso l’eroico s’ha da ricordare in prima linea un nostro morto, e morto sul Carso, Antonio Sant’Elia, il quale sedici anni fa proclamava la necessità d’abolire ogni decorazione e la precarietà degli edifici («Le case dureranno meno di noi, ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città») e dei cui progetti alcuni sono, a rivederli oggi, profetici; altri architetti, cautamente appoggiandosi alla tradizione».

Ugo Ojetti.


(«Corriere della Sera»).

«I Futuristi sono i mistici dell’Azione».

I. Teosofi.


«Le futurismo a triomphé, il portait en germe le monde nouveau qui a surgi de la guerre. Paix à ses obscurs blasphémateurs!».

André Geiger.


(«Griffe Littéraire»).


«Bisogna fare una menzione speciale di Marinetti, i cui manifesti sono restati celebri, per il nuovo indirizzo dato alle lettere, appunto in un periodo di grande confusione».

Edouard Schneider.


(Inchiesta sulla letteratura italiana).


«Per chi abbia senso delle connessioni storiche, l’origine ideale del «fascismo» si ritrova nel «futurismo »: in quella risolutezza a scendere in piazza.


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