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tito. Viene ristabilito l’ordine e ciascuno rinfodera la gioia per un attimo scatenata.

Vinto dal silenzio, per cercare di avviare una qualsiasi conversazione, uno dei presenti dice:

— «non ho ancora espressi i miei augurî per l’anno nuovo».

Tutti allora, come per una parola d’ordine, si alzano e si scagliano contro l’incauto conservatore di tradizioni che viene ripetutamente schiaffeggiato. L’allegria finalmente, esasperata dal troppo lungo torpore, esplode e i convitati si sbandano per la casa mentre i più audaci invadono la cucina.

La cuoca e le due cameriere sono allontanate di forza e ognuno si dispone ad ideare una variazione nelle vivande. Gara violenta tra i fornelli accesi, mentre padelle e casseruole passano di mano in mano tra risate, urla e pioggia di alimenti.

Intanto altri hanno scoperto il deposito dei vini e si forma così un banchetto eccezionale, che va dalla cucina alla camera da letto, dall’anticamera alla sala da bagno, alla cantina. Sfilano le vivande combinate quasi per magia, secondo lo spirito di veloce armonia che anima i nuovi cuochi.

Un convitato racconta alla padrona di casa:

— «quindici anni fa, in questa stessa data...»

Ma in quel momento gli presentano una fondina ripiena di spumante dove navigano cavolfiori, spicchi di limone e fette di roast-beef: il


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