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base di arancio. E di fettine di arancio fritto si indorano le biaccosità della pietanza. Il risotto all’arancio, siamo sinceri, provoca qualche inquietudine nei ranghi.
... e i rumori “nutrienti”
Temiamo l’avvento di qualche complicazione, ma improvvisamente la sala s’immerge in una diafana luce azzurra e un motore prende a scoppiettare nella sala accanto. Il pittore Alberti annuncia gravemente — ma perchè quel signore sorride? — che il velivolo naviga a ottomila metri di altezza e Marinetti conferma autorevolmente spiegando: — Osservate come il rumore dei motori favorisca e nutra lo stomaco... È una specie di massaggio dell’appetito... Finalmente si ridiscende dalla «stratosfera» culinaria, e la folla non trova di meglio che mettersi a picchiare furiosamente sopra i piatti di latta, promossi così al ruolo di «intonarumori». — Vogliamo il carburante nazionale.
E il carburante nazionale (vulgo vino dei nostri colli) avanza trionfalmente, versato da alcune latte di olio extradenso. È il vino in bidoni. Il vino in... latte; e nell’attesa del piatto di centro, i commensali si apprestano a rosicchiare le ali degli aeroplani panificati.
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