Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
men vergognose de' maschi, ò che ridiculosa sentenza, le cui parole sono, Impudentiores maribus; si che questa è contra la commune opinione di ogn'uno, et contra l'esperienza. affaticatevi pure Aristotelici à stiracchiar, à dichiarare con mille chimere la sua opinione, et tanto più ch'egli in altri luochi il contrario afferma. io non mi meraviglio che ciò racconti; percioche amava con troppo fervore il proprio sesso, et nel medesimo capo si lasciò uscire dalla bocca, che le donne più facilmente vi lasciano ingannare de' maschi, dicendo. quinetiam facilior decipi. non sì ricordando, che poco prima aveva detto che sono più astute, et sagaci, et insidiose degli huomini: tutte doti, che si oppongono all'inganni, et alle insidie antivedendo il sagace, et astuto ingannatore le altrui fraudi, onde sarebbe di bisogno, che l'huomo fosse delle donne più sagace; ricercandosi ad ingannare uno astuto, uno astuto, et mezzo. Che dite? io non credo che Demostene lo potesse difendere da questo suo errore: ma hormai lasciamolo da parte, come maledico. Platone quanto celebra le donne, in mille luochi? Licurgo come l'essalta? similmente tutti i buoni Poeti, et honorati scrittori le hanno ad onta de maligni inalzate fino al Cielo, et è più conosciuta la nobiltà, et eccellenza loro da Francesi, et Spagnuoli, che dagli Italiani, concedendo loro l'heredità de' feudi; percioche succedono non solamente ne' Ducati; ma ne' Regni, come à punto fanno i maschi, et non solamente ne' Regni; ma nelle monarchie anchora, come la sorella del Re Catolicho di Spagna può succedere alla monarchia del mondo nuovo, oltre il Dominio di molti altri Regni. Che succedano ne' Feudi, si vede