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Della nobiltà de' Nomi, co' quali è adornato il

Donnesco sesso. Cap. I

N

ON è dubbio alcuno, che i propri nomi co' quali si chiamo le cose, dimostrano, et fanno manifesta la natura, e essenza di quelle, se però à dotti Filosofi noi vogliamo alcuna fede prestare, i quali costantemente affermano, che i nomi ci guidano nella cognitione della cosa nominata, questo affermò fra gli altri Averroe,addotto però dall'autorità d'Aristotile nel libro ottavo della Metafisica. Onde è di mestieri, anzi è necessario il credere, che non à caso, come alcuni poco scientiati, et nell'arti poco periti credono; ma che con somma prudenza sieno i nomi propri degli huomini ritrovati, et poscia con grandissima ragione posti. ma gli antichi Egittij, et i Savi Chaldei non credevano già, che dagli huomini fossero ritrovati i nomi, co' quali si chiamano le ragionevoli creature: ma che dal Cielo dipendessero, il quale non solamente piegasse l'animo di colui, che'l nome imponea, ma che con una certa violenza lo sforzasse à nomare una tal particolar donna, o huomo con un tal determinato nome: in guisa che non se li potesse in alcun modo un'altro porre; et da lor fatta con lunghissima sperienza una osservatione, cjoè tra nomi, et l'operationi delle cose nominate, fabricarono una nuova arte, o scienza chiamata Nomandia per mezo della quale si presumevano di avere una sicura, et certa cognitione della natura, et