Pagina:Manzoni - La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859, Milano, 1889.djvu/14

Così fa ora in questo frammento. Egli condanna i membri dell’Assemblea, per avere avuta, più o meno, colpa nell’avviamento che nel 1789 presero le cose della Francia, e nello sconquasso che ne seguì della Francia stessa e dell’Europa. Pur riconoscendo i difetti dell’indole di Luigi XVI, che contribuirono a dare agli errori dell’Assemblea quella forza che un uomo risoluto avrebbe lor tolta, ne mostra il buon volere e le intenzioni sincere; e la convinzione, che si forma nell’animo suo, e dal suo trapassa in quello dei lettori, è, che tutto quanto la Francia trovò mutato in meglio nella sua interna costituzione, dopo passata quella bufera, l’avrebbe conseguito altresì se la bufera non ci fosse stata. In uno dei fogli autografi che non si stampano nella presente pubblicazione, il Manzoni scrive con quel suo acume solito: u So bene quanto ci sia u d’incerto e d’arrischiato nel congetturare quali a sarebbero stati gli effetti d’una cosa che non è te stata; principalmente quando si passa agli effetti u degli effetti, e si vuol cavare una storia da una u ipotesi. E però lo stesso e l’unico mezzo di cui si «possa servire, e si serva a ragione, la prudenza. u Lavora anch’essa su delle ipotesi: argomenta e a paragona, come può e sin dove può, gli effetti a possibili di azioni che non sono ancora; giacche ti lo scopo di una tale indagine è appunto quello «di vedere se convenga farle o non farle. E riti guardo alla cognizione umana, ciò che non è ante cora, è perfettamente uguale a ciò che non è u stato mai. Come dunque il fare una tale indùa zione sul passato ha egualmente un fondamento u nella ragione, così ha anche un suo scopo tutti t’altro che vano; cioè quello di poter giudicare u i fatti avvenuti per deliberazioni umane, in u quanto all’essere stati o utili o dannosi. Per que