Pagina:Manzoni - La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859, Milano, 1889.djvu/11

Il Manzoni deve aver riletto più volte, e, come soleva, corretto or qua. or là. ciascuna volta, e aggiunto. A ogni modo, dobbiamo contentarci dell’autografo come ci resta; poiché non c’è possibile di averlo nella forma ultima e perfetta che l’autore gli avrebbe dato, ove non gli fosse mancata la voglia di finirne la copia. Perchè gli sia mancata la voglia, non è difficile a dire. Il Manzoni aveva cominciato a scrivere questo suo libro sui 75 o 76 anni. L’anno preciso non lo possiamo dire, poiché non ne resta traccia in nessun luogo. Certo dalla nota 2 a pag. 21 appare che quella parte di manoscritto la ricopiava nel 1869, cioè quando egli aveva 84 anni. Ora, il Manzoni, se aveva rapidissimo il primo getto del suo pensiero sulla carta, aveva lenta e malagevole la correzione; e questa per lui consisteva nel conformare la lingua in tutto all’uso toscano, come egli lo intendeva e io sapeva; nel render limpido, tagliente, spiritoso lo stile, e nel risecare, risecare, risecare, sicché nulla rimanesse di soverchio e di superfluo a manifestazione del suo pensiero. Una siffatta correzione gli riuscì, cogli anni, sempre più difiicile, e la difficoltà crebbe colla incontentabilità sua in ogni cosa ch’egli scrivesse, persino nelle lettere, per cose di poco momento o urgenti, a amici intimi. E c’è anche a dire che, in quel torno di tempo, le pubblicazioni che ebbe occasione di fare sul soggetto della lingua — l’altro suo soggetto prediletto — lo distolsero dalla Rivoluzione francese, quantunque di questa non lasciasse mai né di pensare, né di parlare. Oltre tali ragioni, io ne sospetto un’altra. Il libro gli s’era allargato via via assai più che non aveva creduto nel mettervi mano. Conoscitore profondo e minuto. di quel periodo di storia moderna dei cui ultimi aneliti erastato testimone, — così profondo e minuto che