educati loro stessi.» I frati di Merate lo avvezzarono dunque ai primi castighi. Ad undici anni, Alessandro Manzoni passò nel Collegio di Lugano, ove gli toccò la buona fortuna di avere tra i suoi maestri il buon padre Francesco Soave,1 onesto letterato e, per quei
- ↑ Francesco Soave era nato in Lugano nel giugno dell’anno 1743; avea fatto i suoi primi studii a Milano, quindi a Pavia, finalmente a Roma nel Collegio Clementino. Soppressa la Compagnia di Gesù, della quale faceva parte, andò nel 1767 ad insegnare poesia a Parma; fu allora che pubblicò la sua Grammatica ragionata della lingua italiana. Non è inutile avvertire che il primo impulso agli studii di lingua, che poi l’occuparono tanto, può esser venuto al Manzoni dai primi insegnamenti del Soave. Avendo, dice un biografo del Soave, la Reale Accademia di Berlino proposto il quesito: «Se gli uomini abbandonati alle loro facoltà naturali sieno in grado per sè medesimi d’istituire un linguaggio, e in qual modo potrebbero pervenirvi,» il Soave vi mandò una dissertazione latina che ottenne il primo Accessit. Lo stesso Padre Soave la tradusse poi in italiano e la pubblicò in Milano nel 1772; quantunque Gesuita, il Padre Soave vi sosteneva arditamente il concetto poco ortodosso, che l’uomo può da sè stesso istituire il proprio linguaggio. Nello stesso anno 1772, il conte Firmian elesse il Padre Soave a leggere nel Collegio di Brera la filosofia morale, quindi la logica e la metafisica; nel tempo stesso egli coltivava le scienze fisiche e adopravasi a divulgare le nuove scoperte scientifiche; alcune delle sue osservazioni parvero anzi vere invenzioni. Per eccitamento del conte Carlo Bettoni di Brescia, il Padre Soave scrisse pure le Novelle morali per la Gioventù, e ne ottenne un premio di cento zecchini. Un altro riscontro curioso si può notare fra la vita del maestro Soave e quella del discepolo Manzoni. Il primo, inorridito nell’anno 1789 e ne’ successivi per i rivolgimenti di Francia, imprese a scrivere un libro storico, sotto l’anagramma grecizzato di Glice Coresiano (Soave Luganese), col titolo: La vera idea della rivoluzione di Francia; il secondo termina la sua vita scrivendo per l’appunto un libro sopra la rivoluzione di Francia, per disapprovarla (sebbene in modo e per motivi assai diversi) come il suo primo vero maestro. Quando il Soave riparò nel 1796 in Lugano e vi ammaestrò il nostro piccolo Manzoni, era fuggiasco