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III.


Il Manzoni a scuola.


Io non mi fermerò ora a darvi notizie della culla del Manzoni, che fu ritrovata e si conserva in una villa del signor Rosinelli a Mozzana sopra Galbiate; nè della cascina detta La Costa, ove il grand’uomo fu allattato da Caterina Panzeri, nè di questa nutrice, la

    «Fu creduto da quasi tutti i biografi di Manzoni che Egli fosse stretto in parentela colla Francesca, celebre poetessa e letterata, della quale lungamente scrisse l’Argelati, che morì nel 1743 alla Cerreda sua villetta presso Lecco, nella ancor fresca età di 33 anni. Ma io già provai con lettera, direttami dallo stesso grande Poeta, nel 25 gennaio 1844, che Egli colla Francesca non aveva di comune che il cognome, comunissimo del resto, com’Egli m’osserva, nel territorio di Lecco e della Valsassina. Il grande Poeta fu egli di nobile casato? I Manzoni ebbero, è vero, feudi e onoranze in quei paesi, ma la loro nobiltà non venne mai ufficialmente riconosciuta. Don Pietro, padre di Alessandro, ed i suoi fratelli, presentarono bensì nel 1794 un’istanza documentata al Consiglio Generale della città di Milano, onde essere ammessi agli onori del Patriziato Milanese; ma prima che il Consiglio si pronunciasse in proposito, i supplicanti in causa d’urgenti affari di famiglia chiesero ed ottennero la restituzione de’ loro documenti, obbligandosi però a riprodurli a tempo opportuno. Ma non mi consta che la famiglia Manzoni riproducesse più tardi la sua istanza. È poi assolutamente erroneo che la sua nobiltà venisse riconosciuta dal Tribunale Araldico, con sentenza del 10 luglio dell’anno 1771, perchè i Manzoni non si trovano accennati in nessuno degli elenchi dei nobili cittadini, proclamati come tali dal Tribunale Araldico e dal Consiglio Generale della città di Milano. — Manzoni non ha mai fatto uso di stemma gentilizio, neppure nelle lettere; il suo sigillo porta semplicemente le sue iniziali, entro un cerchietto a linee concentriche.»