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214 | intermezzo lirico: |
Il Foscolo non inneggiò a Napoleone, ma non fu insensibile alle grazie della vice-regina Beauharnais:
Novella speme |
Un’Ode del Crocco scritta per la Nascita del Re di Roma e citata dal Cantù, cantava:
Si scosse il Tebro, lo squallor depose |
Il Gagliuffi voltava in distici latini il Codice napoleonico. Il Monti aveva celebrato nel vincitore di Marengo il liberatore d’Italia:
Il giardino di Natura |
Ma nella sua visione presentendo in Napoleone l’ambizione di diventar Sovrano, gli fa consigliar da Dante d’impadronirsi della signoria
Vate non vile
Scrissi allor la veduta meraviglia
E fido al fianco mi reggea lo stile
Il patrio amor che solo mi consiglia.
Nel tempo stesso scriveva al Cesarotti: «Il Governo mi ha comandato e m’è forza obbedire. Batto un sentiero, ove il voto della Nazione non va molto d’accordo colla politica, e temo rovinare. Sant’Apollo m’aiuti, e voi pregatemi senno e prudenza.»
Lo stesso Monti dedicando la traduzione dall’Iliade al Beauharnais che gli avea ottenuto il posto di storiografo del Regno d’Italia, scriveva nella dedicazione: «Se il cielo, invidiandovi ai nostri giorni, vi avesse concesso agli eroici, Omero vi avrebbe collocato vicino ad Achille fra Patroclo e Diomede. Noi, testimoni delle vostre alte virtù, vi collochiamo in grado più d’assai eminente; tra Minerva ed Astrea, vicino al massimo vostro Padre.»