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112 | l’urania — l’idillio manzoniano. |
della fatica industre, il sentimento dell’onore, della fedeltà, dell’umana ospitale fratellanza,
. . . . che gl’ignoti astringe |
I poeti si destano e cantano alla turba le vedute bellezze, la terra non più squallida, ride; al discendere dell’armonia nel cuore dei mortali, l’ira tace e si sveglia un secreto ardente desiderio di carità e di pace, onde la vita si fa bella e riposata:
L’ira |
Dopo aver cantato, le Muse risalgono all’Olimpo e ne ricevono le lodi di Giove, ma per tornar sollecite presso Pindaro, a que’ luoghi che un gentile ricordo rende cari,
. . . . chè ameno |
Le Muse spiegano a Pindaro che, se egli, a malgrado dell’amor delle Muse, non potè ancora sciogliere canti immortali, ciò accade per la vendetta d’un Nume, poich’egli, fino ad ora, negò il canto alle Grazie; senza le quali nè pure gli Dei
. . . . son usi |