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[§ 50] introduz. alla scienza sociale 75

Bocimano diceva ad un viaggiatore: «Quando si rapisce la mia donna, si fa una cattiva azione, quando rapisco la donna di un altro, faccio una buona azione».

Negli strati inferiori socialisti non si scorge contraddizione fra gli opposti ragionamenti degli operai sindacati e dei marinai marsigliesi; e, se appena si scorge, è cosa di cui nessuno si dà pensiero. Solo i capi vedono la contraddizione, e tosto la tolgono con sottile casuistica, e può anche darsi che, nel fare ciò, qualcuno di essi sia in buona fede.

Gli «intellettuali» che in Francia ferocemente accusarono il procedere dei tribunali militari, in un celebre processo, e delle loro querimonie empirono il mondo, sentono senza il menomo sdegno il procuratore generale Bulot asserire che vi è una ragione di Stato davanti alla quale il giudice deve inchinarsi sotto pena di essere destituito1. E, non


  1. Relazione comunicata ufficialmente alla stampa nella seduta del 24 giugno della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fatto dei certosini.
    Sembat. Vous avez parlé, vous aussi, monsieur le procureur général, de l’intérêt supérieur. Il y a donc une raison d’Etat devant la quelle un magistrat est obligé de s’incliner?
    Bulot. Sous peine d’être révoqué, évidemment (Rires).
    . . . . . . . . . .
    Berthoulat. Comment se fait-il que l’instruction ait continué à marcher, bien que vous n’ayez pas eu le nom que vous déclariez indispensable au président du Conseil
    Bulot. Elle n’a pas continué longtemps et elle a abouti à un non-lieu parce qu’on ne pouvait aller plus loin; je me suis incliné devant la raison d’Etat, le «fait du prince», si vous voulez.
    Se si ammette il «fatto del principe», si può inten-