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[§ 13-14] introduz. alla scienza sociale 43

veramente nessuno ha mai veduto; e ci si narra che tutti i mali della società nacquero il dì in cui «l’uomo fu separato dai mezzi di produzione». Quando sia stato quel dì non si sa; forse fu quello in cui Pandora aprì il vaso, oppure quello in cui il lupo e l’agnello discorrevano.

14. Quando si fa uso di fatti imaginari M, potendosi scegliere quello che si vuole, parrebbe che almeno si dovrebbe avere cura che logico fosse il legame MB; eppure ciò sempre non accade, sia perchè la logica ripugna a certi uomini, sia perchè si mira ad operare sul sentimento. E segue altresì spesso che il fatto imaginario M è posto in relazione con altro fatto imaginario N, con nesso logico, e anche con nesso illogico. Di quest’ultimo caso si trovano non pochi esempi nella metafisica e nella teologia, nonchè in certi scritti filosofici come nella Filosofia della natura dello Hegel1.

Cicerone (De nat. deor., II, 3) cita un ragionamento mercè il quale, dall’esistenza della divinazione M, si deduceva l’esistenza N degli Dei. In altro scritto, egli cita un ragionamento inverso, pel quale dalla esistenza degli Dei si deduce quella della divinazione2; e tosto ne mostra la vanità.

Tertulliano sa come accade che i demoni possono predire la pioggia; ciò segue perchè, portati per l’aria, la sentono prima che giunga in terra3.


  1. Les systèmes socialistes, II, pag. 71 e seg.
  2. De div., I, 5: «Ego enim sic existimo: si sint ea genera divinandi vera, de quibus accepimus, quaeque colimus, esse deos; vicissimque, si dii sint, esse, qui divinent».
  3. Apolog., 22: «Habent de incolatu aëris, et de vicinia siderum, et de commercio nubium coelestes sapere paraturas, ut et pluvias quas jam sentiunt, repromittant».