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[§ 84-85] | fenomeno economico concreto | 495 |
Siano, per esempio, certi produttori che hanno un deposito di una merce, e che, in un anno, ne producono 100 unità. Il consumo sarà, poniamo di 120, le 20 unità esuberanti essendo prelevate sul deposito. L’anno di poi i produttori, tratti da quell’eccesso di consumo, alzeranno i prezzi e produrranno 110, mentre gli avventori, trattenuti appunto da quell’aumento dei prezzi, consumeranno solo 90; per tale modo avanzeranno 20 unità che serviranno a reintegrare il deposito. Così c’è stato ora esuberanza, ora deficienza di consumo; ed ora difetto, ora eccesso di produzione.
Fenomeni analoghi si possono osservare per la produzione ed il consumo del carbon fossile, del ferraccio, e di molte altre merci; ma le oscillazioni durano più di un anno, in generale.
85. Sintomi della crisi. — Il sig. Clement Juglar li ha trovati nei bilanci delle banche di emissioni; il sig. Pierre des Essars, nella velocità del movimento dei conti correnti delle banche di emissione.
La quantità di risparmio disponibile è in relazione coi movimenti oscillatori detti crisi. Nel periodo ascendente scema quella quantità; nel periodo discendente, cresce.
Come un piccolo bacino comunicante col mare può dare il livello dell’acqua di questo, le quantità di monete disponibili nelle casse delle banche di emissione possono dare un concetto delle quantità di risparmio disponibile in paese.
Occorre avere cura di non confondere l’effetto colla causa, e di non figurarsi che trattenendo artificialmente l’oro nelle casse delle banche si impedirebbe la crisi. Chi così ragionasse farebbe come colui che, per impedire la temperatura di salire, rompesse il suo termometro.