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484 fenomeno economico concreto [§ 66]

stanza è favorevole per recare in pratica il divisato provvedimento protezionista.

Giova inoltre osservare che, da una somma, l’uomo riceve generalmente un’impressione maggiore del complesso delle impressioni che riceve dalle singole parti di quella somma. Cento lire sono eguali aritmeticamente a cento volte una lira; ma tale eguaglianza non sussiste per lo sensazioni dell’uomo; e cento lire insieme possono fare un’impressione molto maggiore di cento volte una lira. Ciò è maggiormente vero se le cento lire si hanno direttamente, e se le singole lire, che sommate danno cento lire, si hanno indirettamente; e più che mai se vi è qualche dubbio sui fatti che procurano quelle singole lire.

Il produttore può fare un conto non troppo incerto di ciò che a lui procurerà un dazio imposto sulla merce che egli produce; supponiamo che egli stimi di potere così ottenere cento lire. Preme poco che la merce sia venduta in diverse volte; in relazione col dazio l’operazione è unica, e la somma di cento lire è considerata in complesso. Come consumatore, egli farà le spese della protezione concessa ad altre merci; supponiamo che, pel suo consumo, comperi cento di queste merci; ognuna delle quali, pel fatto della protezione, costerà una lira di più. E anche qui preme poco o niente che la compra di ciascuna merce sia fatta in una o più volte. Sul totale, l’individuo di cui ragioniamo perderà dunque cento lire; appunto quante ne guadagnerà per la protezione; eppure l’impressione che avrà dall’uno dei fatti sarà molto diversa da quella che avrà dall’altro. Non solo le cento lire che guadagna in complesso sulla sua merce, a lui fanno maggiore impressione dello cento lire che perde una per volta;