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[§ 20-23] | fenomeno economico concreto | 447 |
perciò il tornaconto e le passioni, e sempre si trova qualche compiacente teoria che li giustifica.
21. Basti, fra molti esempi, quello stesso della bilancia del commercio, accennata dal Say. È impossibile avere una dimostrazione più chiara e rigorosa, teoricamente e praticamente, di quella che fa vedere che un paese non si arricchisce se la somma delle sue esportazioni supera quella delle sue importazioni; e, viceversa, che non s’impoverisce se la somma di queste supera la somma di quelle. Eppure, sino ai giorni nostri, c’è chi ripete impavido la sciocchezza che l’arricchirsi, o l’impoverirsi, di un paese dipende dall’avere favorevole, o sfavorevole, la bilancia del commercio.
22. Il Say è scusabile di essere caduto in errore, poichè egli non poteva conoscere i fatti, per lui futuri, che si svolsero nella seconda metà del secolo XIX, i quali dimostrano che l’uniformità osservata nel passato seguita a verificarsi nel presente, e che non è stata menomamente alterata dal diffondersi dell’istruzione in genere, nè della conoscenza dell’economia politica in particolare.
23. Nei secoli scorsi i prezzi cari erano considerati un male; i prezzi buon mercato, un bene: oggi è l’opposto. Altre volte i governi si studiavano di procacciare il buon mercato pei loro sudditi; oggi si studiano di far crescere i prezzi. Tempo fa si ponevano ostacoli all’esportazione del grano, perchè rimanesse a basso prezzo in paese; oggi si pongono ostacoli alla sua importazione, perchè sia caro in paese.
Verso la metà del secolo XVI, in Francia, erano tanti i lamenti per l’aumento dei prezzi, che il re se ne impensierì ed incaricò il Malestroict di compiere uno studio sulla materia; nella seconda metà