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428 capitali fondiari e mobiliari [§ 27-29]

più eleganza letteraria che rigore scientifico in quei numeri trinitari di cause favorevoli e di cause contrarie, che vengono a contrasto, quella parte si può accettare.

Nella seconda parte, l’autore figge lo sguardo nel futuro e indovina ciò che accadrà. Ma come fa egli a sapere che non vi saranno più grandi scoperte, simili a quelle delle ferrovie; che prolungate guerre non minacciano l’umano genere, che siamo al sicuro di profondi sconvolgimenti sociali? Eppure, per suo detto stesso, occorre essere certi che nulla di ciò accadrà, per accettare la sua conclusione. Ma, se anche egli si appone al vero, ciò sarà per uno straordinario acume, per un certo senso di divinazione, non mai per un ragionamento scientifico; poichè nessun ragionamento di tale specie può, tenuto conto delle conoscenze che abbiamo, concederci di sapere se fra pochi, o molti anni, vi saranno, o non vi saranno, guerre prolungate, sconvolgimenti sociali, grandi scoperte, ecc.

28. Intanto già i fatti dimostrano che, in parte almeno, il nostro autore non è stato buon profeta. Egli prevedeva che, trapassati che fossero venti o venticinque anni dopo il 1880, e quindi dal 1900 al 1905, il frutto dei capitali sarebbe sceso nell’Europa occidentale a 1 ½ o 2%1. Invece nel 1904, il 3% francese, il 3% tedesco, il 2 ½ inglese stanno sotto alla pari.

29. La moneta2. — Una merce che serve ad


  1. Tale profezia è ancora ricordata dall’autore nel 1896, Traité théor. et prat. d’éc. pol., II, p. 166.
  2. Ottimo libro sulla Moneta è quello del prof. Tullio Martello; disgraziatamente l’edizione è esaurita; sarebbe desiderabile che qualche editore ce ne desse una nuova