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382 | la popolazione | [§ 54] |
che cresce la ricchezza del paese, scema il pregio dei capitali, cresce il pregio del lavoro; onde man mano i lavoratori acquistano il potere e i privilegi che prima erano dei capitalisti. Contemporaneamente mutansi costumi, morale, sentimenti, letteratura, arte. Presso i popoli poveri, i letterati incensano i ricchi signori; presso i popoli ricchi, la plebe.
Gli scrittori del tempo passato non ignoravano i profondi mutamenti che l’aumento della ricchezza recava alla costituzione sociale, ma in generale, colle solite declamazioni etiche, a quei mutamenti davano nome di «corruzione». Talvolta, per altro, sono meglio descritti i fatti. L’autore della Repubblica degli ateniesi, che va sotto il nome di Senofonte, ha veduto la relazione che corre tra l’aumento della ricchezza e i maggiori riguardi che si usano alle classi inferiori della popolazione. Egli mostra come, per cagione dei loro negozi, gli Ateniesi fossero tratti a concedere non poche agevolezze agli schiavi ed ai metechi. Platone, per fare stabile l’ordinamento dell’imaginata sua repubblica, si dà molto pensiero per impedire che troppo ricchi possano diventarne i cittadini.
Non è il caso che ha fatto fiorire gli ordinamenti democratici in città ricche come Atene e Roma; e in seguito, nel medio-evo, rinascere la democrazia dove nuovamente appariva la ricchezza, come in Provenza, nelle repubbliche italiane, nelle città libere della Germania; e poi in quei paesi, collo scemare della ricchezza, venire pur meno la democrazia. Leresia degli Albigesi pare un fatto essenzialmente religioso, mentre, in sostanza, era in gran parte un movimento democratico; il quale fu spento dai crociati venuti da terre settentrionali, ove, per essere