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[§ 99-100] l’equilibrio economico 361


99. Notisi in tutte queste teorie un difetto comune, che è quello di dimenticare che la produzione altro non è se non la trasformazione di certe cose in certe altre, e di lasciar credere che tutti i singoli prodotti si possano ottenere mercè quelle cose astratte e generiche, dette: terra, lavoro, capitale. Non di quelle cose, in genere, abbiamo bisogno per la produzione, ma di certi generi concreti e speciali, specialissimi spesso, di esse, secondo il prodotto che vuolsi ottenere. Per avere vino del Reno, ad esempio, occorre non già una terra qualsiasi, ma una terra in riva al Reno; per avere una statua, non occorre già lavoro qualsiasi, ma bensì il lavoro di uno scultore; per avere una locomotiva, non occorre già avere un capitale mobiliare qualsiasi, bensì quello che ha proprio forma di locomotiva.

100. Gli australiani, prima che la loro terra fosse scoperta dagli europei, non conoscevano i nostri animali domestici; avevano terra libera sinchè ne volevano; ma, per quanto lavoro vi avessero speso sopra, è ben certo che non potevano avere nè una pecora, nè un bue, nè un cavallo. Ora grandissime mandre di animali ovini pascono in Austrialia, ma hanno tutte origine non dalla terra libera in genere o dal lavoro, e nemmeno dal capitale in genere, bensì da un capitale specialissimo, cioè dalle mandre ovine che esistevano in Europa. Se uomini che sanno lavorare la terra hanno una terra ove può crescere il frumento, se hanno semente di frumento ed inoltre capitali mobiliari come sarebbero aratri, fabbricati, ecc., e infine tanto risparmio da poter aspettare il prossimo raccolto, potranno vivere e produrre frumento. Nulla vieta il dire che tale frumento è prodotto dalla terra, dal lavoro e dal capitale; ma con ciò si nomina il genere per la