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360 l’equilibrio economico [§ 95-98]

di salari, il doppio dei frutti dei capitali, e vende le merci prodotte ad un prezzo doppio, si ritrova come prima, non sta nè meglio nè peggio. Ma nè quei doppi salari, nè quei frutti doppi dei capitali, faranno crescere il consumo totale delle merci; avranno solo per effetto di ripartire diversamente quel totale: maggior parte andandone a certi fattori della produzione, minor parte, a coloro che hanno entrate fisse; e, inoltre, la produzione di certe merci potrà crescere, mentre scema quella di altre.

96. Da quel fantasticato eccesso di produzione si è voluto altresì dedurre, con un nuovo e più grossolano errore, la cagione delle crisi economiche (IX, 92, 93).

97. Concetti erronei della produzione. — Si soleva e si suole ancora da molti dire che i fattori della produzione sono la natura, il lavoro, il capitale, intendendosi per quest’ultimo termine il risparmio, oppure i capitali mobiliari. Tale proposizione ha poco o nessun senso. Non si capisce perchè la natura sia disgiunta dal lavoro e dal capitale, come se lavoro e capitale non fossero cose naturali. In conclusione, si asserisce semplicemente che per produrre occorre lavoro, capitale, ed altra roba, a cui si dà il nome di natura. Ciò non è falso, ma serve ben poco per intendere cosa sia la produzione.

98. Altri dicono che i fattori della produzione sono la terra, il lavoro, il capitale; altri li riducono alla terra ed al lavoro; altri ancora al lavoro solo. Da ciò sono venute teorie interamente errate, come quella che asserisce che il lavoratore si pone al servizio del capitalista solo quando non ha più terra libera1 da coltivare, o come quella che vuole misurare il valore col lavoro «cristallizzato»2.


  1. Systèmes, II, p. 285 e seg.
  2. Systèmes, II, p. 312 e seg.