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26 | principii generali | [§ 37-39] |
vuole, o si innalzino le altre quanto può desiderarlo il più fervido credente: rimarrà sempre che queste e quelle differiscono per l’indole propria. Essi occupano campi diversi, che nulla hanno di comune.
38. Chi afferma che Pallas Atena abita, invisibile ed intangìbile, l’acropoli della città d’Atene, afferma cosa che, non potendosi verificare sperimentalmente, sfugge alla scienza; la quale perciò non se ne può occupare nè per accettare nè per respingere quell’affermazione; ed il credente ha quindi perfettamente ragione di disprezzare le negazioni che ad esso vorrebbe opporre una pscudo scienza. Dicasi lo stesso della proposizione che Apollo inspira la sacerdotessa di Delfo; ma non già dell’altra proposizione che i detti di quella sacerdotessa concordano con certi fatti futuri. Quest’ultima proposizione può essere verificata dall’esperienza, quindi appartiene interamente alla scienza, e la fede non ci ha che vedere.
39. Tutto ciò che suona precetto non è scientifico, eccetto quando solo la forma è precettiva, ma la sostanza è un’affermazione di fatti. Le due proposizioni: per ottenere l’area d’un rettangolo si deve moltiplicare la base per l’altezza; e: si deve amare il prossimo come sè stesso; sono essenzialmente diverse. Nella prima si può sopprimere le parole: si deve, e dire semplicemente l’area di un rettangolo è eguale alla base moltiplicata per l’altezza, nella seconda il concetto di dovere non si può togliere. Questa seconda proposizione non è scientifica.
L’economia politica ci dice che la cattiva moneta scaccia la buona. Questa proposizione è d’indole scientifica, ed alla scienza solo spetta di esaminare