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[§ 36-37] | principii generali | 25 |
è una scempiaggine il volere porre differenza alcuna tra l’economia politica e le altre scienze.
Se non che c’è chi afferma che oltre quella verità sperimentale altra ne esiste, che sfugge all’esperienza, e che si tiene costituita in maggiore dignità della prima. Chi ha tempo da sprecare disputa sulle parole; chi mira a qualche cosa di più sostanziale, se ne astiene. Non contenderemo dunque menomamente su quell’uso che vuolsi fare del termine «verità»; e lasceremo che altri l’usi a piacimento, solo diremo che le affermazioni degli uomini si possono evidentemente distinguere in due categorie. Nella prima, che per brevità diremo X, porremo quelle affermazioni che possono verificarsi sperimentalmente; nella seconda, che diremo Y, porremo quelle che non si possono verificare sperimentalmente; e tale categoria partiremo ancora in due, cioè: (Y α); le affermazioni che presentemente non patiscono quella verificazione, ma che, pel futuro, potrebbero conseguirla. Di tale genere sarebbe l’affermazione che il sole, viaggiando col suo seguito di pianeti, ci condurrà un giorno in luogo ove sarà lo spazio a quattro dimensioni; (Y β) le affermazioni che nè pel presente nè, per quanto a noi è dato prevedere dalle scarse nostre conoscenze, pel futuro, patiscono verificazioni sperimentali. Di tale genere sarebbe l’affermazione dell’immortalità dell’anima, od altre simili.
37. La scienza si occupa esclusivamente delle proposizioni X, le quali solo sono suscettive di dimostrazione; tutto ciò che non è compreso nella categoria X, trascende dalla scienza. Qui non si mira menomamente ad esaltare una categoria e a deprimere un’altra; si mira solo a separarle. Pongansi pure le proposizioni scientifiche in basso quanto si