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318 | gli ostacoli | [§ 82-83] |
tipo (I), che ora consideriamo, l’impresa accetta i prezzi del mercato, e con questi fa i conti per vedere come ad essa conviene di regolare i coefficienti di produzione.
Supponiamo che, per produrre quella stessa quantità di Y possa, ai prezzi del mercato, per esempio al prezzo di 5 lire per giornata di operaio, scemare la mano d’opera di 50 lire al giorno, purchè aumenti la spesa delle macchine di 40 lire al giorno; è evidente che all’impresa gioverà fare quell’operazione.
Ma, quando per tale modo sarà scemata la domanda della mano d’opera e cresciuta quella delle macchine, muteranno i prezzi; e muterà pure la quantità totale della merce Y prodotta dall’impresa, poichè al nuovo prezzo di Y si venderà una quantità diversa.
Da capo, coi nuovi prezzi e la nuova quantità totale, l’impresa rifarà i calcoli. E così seguiterà sinchè per certi prezzi, e per certe quantità, tanto è il risparmio sulla mano d’opera, quanto la maggior spesa per le macchine; e lì si fermerà.
83. Pei fenomeni di tipo (II), la via seguita è diversa. Quando sia praticamente possibile, il che per altro spessissimo non è, si tiene conto subito dei mutamenti nei prezzi e nelle quantità. Quindi, nell’esempio precedente, l’impresa non farà i conti supponendo che la giornata del lavoratore sia di 5 lire, ma la valuterà, poniamo, a 4,80, per tenere conto che, scemando la domanda del lavoro, può scemare il prezzo della giornata; similmente farà per le macchine; similmente farà per la quantità prodotta.
È manifesto che, per poter fare tutto ciò, occorre sapere calcolare quelle variazioni dei prezzi e delle