Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/326

316 gli ostacoli [§ 77-79]

scemare la mano d’opera che occorre per stagnare le casseruole di rame, usando invece casseruole d’oro. Ma, se l’argento scemasse ancora di prezzo, si potrebbe considerare la sostituzione di casseruole di argento, o di rame ricoperto da una lamina d’argento, alle casseruole di rame.

78. Ripartizione della produzione. — Il costo di produzione non dipende solo dalla quantità trasformata, dipende altresì dal numero dei produttori o delle imprese. Per ognuna di queste vi sono spese generali che si debbono ripartire sulla sua produzione; e, inoltre, l’essere quell’impresa più o meno estesa muta le condizioni tecniche ed economiche della produzione.

79. Si è creduto che le imprese fossero in concondizioni tanto migliori quanto più estesa fosse la loro produzione; e da tale concetto ha avuto origine la teoria per la quale l’industria dovrebbe metter capo alla costituzione di pochi e grandi monopolii.

I fatti non concordano con quella teoria. Già era noto che, per l’agricoltura, vi sono, per ogni genere di produzione, certi limiti di estensione dell’impresa che non conviene varcare. Per esempio, la coltura dell’ulivo in Toscana, e l’allevamento del bestiame in Lombardia, sono due generi di imprese interamente diverse. Ai grossi affittuari lombardi non tornerebbe menomamente conto di torre in affitto uliveti in Toscana, ove invece la mezzadria seguita a prosperare.

Ora molti fatti, per l’industria ed il commercio, hanno mostrato che, oltre certi limiti, la concentrazione delle imprese reca più danno che utile. Si diceva che, a Parigi, i grandi magazzini avrebbero finito col concentrarsi in uno solo; invece, si