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314 gli ostacoli [§ 71-74]

coefficienti di produzione; per ora non ci sono; il che non toglie che siano molte quelle che seguono il tipo (II), per la vendita dei prodotti.

72. Bisogna intender bene l’operazione che compie l’impresa. Essa fa i suoi conti coi prezzi del mercato e, in conseguenza, modifica le sue domande di beni economici e di lavoro; ma queste modificazioni nelle domande mutano i prezzi; onde i conti già fatti non stanno più bene; l’impresa li rifa coi nuovi prezzi; da capo le modificazioni nelle domande dell’impresa, e di altre che similmente operano, mutano i prezzi; quindi ancora deve l’impresa rifare i conti; e così via di seguito, sinchè con prove e riprove successive trova la posizione in cui il costo di produzione è minimo1.

73. Come già abbiamo veduto accadere in casi simili (III, 122), la concorrenza costringe ad operare secondo il tipo (I) anche chi ne fosse restio. Potrebbe darsi che un’mpresa si astenesse dall’aumentare, ad esempio, la domanda di mano d’opera per timore di farne crescere il prezzo; ma ciò che quest’impresa vorrebbe astenersi dal fare, un’altra impresa concorrente lo farà; e la prima dovrà pure battere quella via, se non vuole trovarsi in condizioni inferiori, e quindi essere tratta in rovina.

74. Occorre poi osservare che, la concorrenza cacciando le imprese sulla linea delle trasformazioni complete, ne segue che, effettivamente, se si considera il fenomeno in media e per un tempo assai lungo, sono i consumatori i quali finiscono col godere la maggior parte dell’utile che ha origine da tutto quel lavorìo delle imprese.


  1. Cours, § 718.