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22 | principii generali | [§ 33] |
cose. Essi invece dell’astronomia studiavano cosmogonie; invece di studiare sperimentalmente gli esseri minerali, vegetali, ed animali, che avevano sott’occhio, ricercavano come quegli esseri erano stati generati. La geologia divenne scienza e progredì solo dal giorno in cui intese a studiare i fenomeni presenti per risalire poi ai passati, invece di seguire la via opposta. Per conoscere completamente un albero, possiamo principiare dalle radici e salire alle frondi; oppure principiare dalle frondi e scendere alle radici. La prima via fu largamente usata dalla scienza antica; la seconda è esclusivamente usata dalla scienza sperimentale moderna, e l’esperienza ha dimostrato che è unica per condurre alla conoscenza del vero.
Preme proprio niente di sapere come si è costituita la proprietà privata, fino dai tempi preistorici, per sapere quale ufficio economico ha quella proprietà nelle nostre società. Non già che uno di quei fatti non sia strettamente legato all’altro, ma la catena che li unisce è tanto lunga e si perde in regioni tanto oscure che ci è vietato ogni ragionevole speranza di conoscerla, almeno per ora.
Ignoriamo da qual pianta selvatica venga il frumento: ma quando anche lo sapessimo, ciò non ci gioverebbe menomamente per conoscere il miglior modo di coltivare e produrre il frumento. Studiate fin che volete i semi della quercia, del faggio e del tiglio; tale studio non potrà mai, per chi ha da edificare, sostituire lo studio diretto delle qualità del legname prodotto da quegli alberi. Eppure in questo caso ci è perfettamente nota la relazione tra i fatti estremi del fenomeno, tra l’origine e la fine. Non vi è il menomo dubbio che la ghianda produrrà una quercia. Nessuno ha mai veduto da