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308 | gli ostacoli | [§ 65—67] |
Le curve di indifferenza degli ostacoli non mutano, nè possono mutare; ma la curva di massimo utile pel possidente diventa curva delle trasformazioni complete per l’impresa.
Occorre vedere come e sin dove tale proposizione teorica può essere vera per le imprese reali, che più o meno differiscono dalle imprese teoriche.
66. Le imprese reali e i loro utili e danni. — Da prima è evidente che la proposizione teorica non può essere vera che come una media per le imprese reali. In vero, queste differiscono dalle astratte in ciò che sono ad un tempo possidenti di certi ordinamenti, di una certa fama che procura a loro la clientela, di certi terreni, miniere, opifici, da esse comprate, ecc. Il carattere astratto di impresa si combina sempre più o meno con quello di possidente.
67. Per le imprese reali, è facile vedere, se si ragiona oggettivamente, che non ci può essere, in media, nè utile nè danno, ove, s’intende, si tenga conto di tutte le spese, compresi i frutti dei capitali dell’impresa. Presentemente un gran numero di tali imprese hanno forma di società anonime e i loro titoli si vendono in borsa; ogni giorno, del rimanente, ne sorgono delle nuove. Perciò qualsiasi persona che abbia quattrini, anche in piccola quantità, può partecipare a quelle imprese comprandone uno o più titoli. Non sarebbe quindi davvero concepibile che queste avessero un qualche vantaggio sui titoli di debito pubblico o su altri titoli di debito pei quali si paga un frutto fisso. Se questo vantaggio esistesse, tutti comprerebbero azioni di società anonime. Si è detto che occorre tener conto di tutte le circostanze; quindi occorre tenere conto dell’incertezza dei dividendi, del fatto che quelle società