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[§ 60-61] | gli ostacoli | 305 |
In sostanza, per altro, ogni bilancio, per essere preciso, deve essere fatto ad un’epoca data, e tutte le spese e le entrate debbono essere valutate a quell’epoca. Supponiamo che il bilancio si faccia al 1.° gennaio 1903, e che il frutto dei capitali sia del 5%. Una spesa di 1000 lire fatta il 30 giugno 1902 deve figurare per 1025 lire nel bilancio. Similmente per l’entrata. Nella contabilità usuale, quella spesa, o quell’entrata, figurano per 1000 lire al 30 giugno; ma, nel caso della spesa, si trova una somma di 25 lire spese come frutti; e, nel caso dell’entrata, si trova eguale somma riscossa come frutti. In fine dunque torna allo stesso.
61. Il bilancio dell’impresa, il lavoro e i capitali dell’imprenditore. — Nel bilancio dell’impresa occorre tenere conto di tutte le spese; e, se l’imprenditore conferisce qualche cosa o qualche servizio all’impresa, devesi valutare e metterne il prezzo nelle spese.
Un uomo può essere direttore di un’impresa per conto di una società anonima, o di un altro uomo, ed in tal caso riceve uno stipendio; oppure può essere il direttore di un’impresa propria: in tal caso, il suo stipendio si confonde coll’utile che dall’impresa ricava; ma dobbiamo far cessare quella confusione, se vogliamo conoscere il costo preciso dei prodotti e i risultamenti dell’impresa. Similmente i capitali che quest’uomo reca alla propria impresa, devono essere considerati come prestati, ed il loro frutto deve figurare tra le spese. Ecco un uomo che guadagnava 8000 lire all’anno, dirigendo per conto di altri un negozio; egli ne mette su uno per conto proprio, lo dirige e, per l’impianto, spende 100.000 lire. L’utile apparente di tale impresa, senza tenere conto del lavoro e