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20 | principii generali | [§ 31-32] |
ciò non si vede subito, è solo perchè implicitamente la teoria migliore ci si para dinnanzi, sebbene non espressa.
Se uno nega che la terra abbia la forma di un piano, non accresce menomamente la somma delle nostre conoscenze, come egli farebbe se dicesse che non ha la forma di un piano, bensì quella di un corpo tondo.
Notisi che, se vogliamo essere perfettamente rigorosi, ogni qualsiasi teoria è falsa, nel senso che non corrisponde e non potrà mai corrispondere interamente al concreto (§ 11). Perciò è un pretto pleonasmo il ripetere per una teoria particolare, ciò che già sappiamo essere vero di tutte le teorie. La scelta non è tra una teoria più o meno approssimata e una teoria di cui i risultamenti corrispondono in tutto e per tutto al concreto, poichè quest’ultima teoria non esiste; la scelta è solo tra due teorie di cui una è meno, e l’altra più approssimata al concreto.
32. Non è solo per cagione dell’ignoranza nostra che le teorie si allontanano più o meno dal concreto. Spesso ci allontaniamo volontariamente dal concreto per ottenere, in compenso di quel male, il bene di una maggiore semplicità.
Le difficoltà che incontriamo nello studio di un fenomeno sono di due generi, cioè oggettive e subbiettive; nascono dall’indole dello stesso fenomeno, e dalle difficoltà che proviamo per poter percepire un insieme un poco esteso di oggetti o di teorie particolari.
Il fenomeno economico è oltremodo complesso, e vi sono difficoltà oggettive gravissime per conoscere le teorie delle varie sue parti. Supponiamo, per un momento, che siano state superate, e che,