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[§ 27] gli ostacoli 285


Lo avere trascurato tale osservazione, pure molto ovvia ed evidente, ha tratto parecchi in un singolare errore. Hanno creduto che l’ostacolo sotto quella terza forma stesse nel possesso materiale dell’intera somma di moneta eguale al prezzo dell’oggetto, cioè, nel nostro esempio, del forno. Poscia, tornando al concetto di capitale e alla prima forma, hanno concluso che il capitale era solamente moneta.

In tale affermazione vi è di vero che ogni capitale si può valutare in moneta. Similmente ogni consumo si può valutare in moneta. Quando si dice che un uomo ha mangiato un pranzo di cinque lire, non s’intende mica che abbia mangiato uno scudo di argento; quando si dice che, per produrre pane, occorre una cosa che vale mille lire, non si deve intendere che occorre adoperare materialmente duecento scudi, o cinquanta marenghi, per produrre il pane. Nell’un caso e nell’altro, per fare una spesa totale di mille lire, può occorrere l’uso materiale di 10 marenghi; e sono allora quei 10 marenghi, cioè 200 lire, che soli possono essere considerati come capitale.

Lo studio dell’equilibrio economico, considerando solo consumi, ci dà un concetto del fenomeno complessivo e ci fa trascurare le sue parti. Ciò può essere utile in qualche caso, ma in generale non possiamo trascurare quelle parti. È certo che gli ostacoli per viaggiare in ferrovia si riducono, in ultima analisi, oltre alle trasformazioni nel tempo, di cui si discorrerà più tardi, alla mano d’opera ed ai materiali necessari per edificare la ferrovia, provvederla del materiale di trazione, ed esercitarla. Sicchè non c’è dubbio che finalmente l’equilibrio deve risultare dal contrasto tra quegli ostacoli e i